Ieri sera sono tornato al cinema per vedere Green Zone, nuovo film di Paul Greengrass con un super Matt Damon nei panni di un soldato americano che per primo mette in dubbio le fonti dell'intelligence americana riguardo i siti delle famose e fantomatiche armi di distruzione di massa, che si sono rivelate un mero pretesto per poter dichiarare guerra all'Iraq.
Malgrado i buoni propositi, il film non sta in piedi. Parte veloce, prosegue lento per almeno il 35% della durata, poi finisce velocissimo, con vibrazioni forzate senza alcun smorzamento, cosa che ha provocato nei presenti in sala dolore agli occhi, lacrime, e conseguente caduta di lenti a contatto, nel migliore stile di Greengrass.
E' la trama ad essere veramente pallosa, intrisa di falso buonismo e di stereotipi come l'interprete Freddie, che a tratti appare così ridicolo nel doppiaggio da non essere neppure credibile.
Immagino che non sia facile costruire 116 minuti di film su una trama che si poteva spiegare in 30 minuti, ma nulla vieta di cambiare soggetto o quanto meno buttarsi nello splatter peggiore: sono state tante le persone in sala che si sono messe a guardare l'orologio per la noia che si stava creando. Siamo usciti tutti sbadigliando e delusi da un film su cui le aspettative erano molto alte. Per fortuna, mi è costato solo 1 euro grazie a City Deal.