domenica 18 aprile 2010

Recensione film: Green Zone (2010)


Ieri sera sono tornato al cinema per vedere Green Zone, nuovo film di Paul Greengrass con un super Matt Damon nei panni di un soldato americano che per primo mette in dubbio le fonti dell'intelligence americana riguardo i siti delle famose e fantomatiche armi di distruzione di massa, che si sono rivelate un mero pretesto per poter dichiarare guerra all'Iraq.
Malgrado i buoni propositi, il film non sta in piedi. Parte veloce, prosegue lento per almeno il 35% della durata, poi finisce velocissimo, con vibrazioni forzate senza alcun smorzamento, cosa che ha provocato nei presenti in sala dolore agli occhi, lacrime, e conseguente caduta di lenti a contatto, nel migliore stile di Greengrass.
E' la trama ad essere veramente pallosa, intrisa di falso buonismo e di stereotipi come l'interprete Freddie, che a tratti appare così ridicolo nel doppiaggio da non essere neppure credibile.
Immagino che non sia facile costruire 116 minuti di film su una trama che si poteva spiegare in 30 minuti, ma nulla vieta di cambiare soggetto o quanto meno buttarsi nello splatter peggiore: sono state tante le persone in sala che si sono messe a guardare l'orologio per la noia che si stava creando. Siamo usciti tutti sbadigliando e delusi da un  film su cui le aspettative erano molto alte. Per fortuna, mi è costato solo 1 euro grazie a City Deal.

lunedì 5 aprile 2010

Recensione: Gamer (2009)

Brutto perdere tempo a parlare di Gamer, ma come si suol dire, "ci tocca". Quando ho visto che Neveldine & Taylor, alias i due registi più cazzari di Hollywood, erano stati chiamati a dirigere tale capolavoro di idiozia, subito mi sono messo sull'attenti, per essere presente all'anteprima del film. E così ho fatto. 
Gamer è la brutta copia di un altro brutto film chiamato Avalon, che in pochi conoscono, e che ha la medesima trama con qualche sfumatura modificata per l'occasione. Altri importanti spunti sono presi dal capolavoro Schwarzeneggeriano The Running Man, uscito in Italia con il più esilarante titolo L'implacabile
Il nostro eroe di turno è Gerard Butler che, sempre reduce dall'esperienza 300, dalla quale non si è mai ripreso, accetta di essere pilotato nella testa da un ragazzino sbregaz e ricco sfondato, che lo comanda dalla sua cameretta in cui è presente un super schermo virtuale a 360°, per evitare una condanna a morte. Tutto questo avviene in un mondo completamente rincoglionito, in cui dominano le peggiori perversioni che vengono attuate virtualmente da schifosi grassoni unti e ingordi di burro d'arachidi grazie alla geniale invenzione di Ken Castle, che per noi tutti fan dei serial americani è meglio conosciuto come Dexter Morgan. Ovviamente il gioco viene seguito in diretta dalla popolazione di tutto il mondo, divertita a vedere gente che muore e si uccide a vicenda, a causa dell'alto tasso di coca nel il cervello mista a zucchero filato. 
Il nostro eroe, tra cervella che saltano per aria, e azione psichedelica allo stato brado, riuscirà ad uscire dal gioco e a farla pagare al suo peggiore aguzzino, responsabile della sua prigionia e della sua condanna a morte, in un tripudio di colori e dialoghi barbini.
Un film semplicemente penoso, da guardare solo se in preda a una crisi esistenziale e imbottiti di Lexotan.