domenica 28 giugno 2009

Recensione Ristorante: Nuova Osteria del Pilastrino (Pilastrino - Monte San Pietro (Bo))

L'altra sera io e i miei scagnozzi ci siamo recati in questa osteria,al fine di passare una serata tranquilla e di testare la cucina, di cui tanti hanno parlato bene. E non siamo rimasti certo delusi.
Il locale è abbastanza spazioso, con un soffitto con piccole travi a vista in legno. Subito il propietario, peraltro simpatico, ci ha accolti illustrandoci le proposte della serata. Il menu si basa su grandi classici della cucina bolognese con qualche leggera variazione sul tema di tanto in tanto. Personalmente ho optato per delle strette con pancetta e rosmarino (e uno sfondo di cipolla) come primo, e a seguire crescentine e tigelle con affettati.
Le strette, sorta di tagliatelle sottili, erano valide, anche se non mi hanno detto più di tanto come gusto. Il sapore al palato era piuttosto piatto, mancava qualcosa che facesse risaltare la pancetta, coperta dal rosmarino eccessivamente. In ogni caso, un 12,5/20 se lo prendono tranquillamente, ma si poteva fare di più.
Sulle crescentine (17/20) assolutamente nulla da ridire: poco unte, morbide, non si sbriciolavano, davvero eseguite alla perfezione, ricordavano il Morara di qualche anno fa Molto buono anche il prosciutto (15/20), un po' peggio il salame (13/20); lo squacquerone notevole (16/20) e in quantità abbondante. Buone anche le tigelle (13,5/20), con un pesto molto valido, che però viene proposto in forma light (poco lardo, prevalenza di pasta di salsiccia (13,5/20)). Buoni anche i sottaceti, purtroppo solo di 2 tipi: cipolle e carciofini. Sulle cipolle resta imbattibile sempre l'ex Morara, ma anche queste non erano affatto male e si piazzano nella mia personale top 5. I carciofini (13/20) erano poco pepati per i miei gusti, e risultavano leggermente insipidi, ma qui la "colpa" se vogliamo è della ricetta a cui sono abituato quotidianamente.
Come dessert ho optato per una crostata di albicocche fresche (14/20), morbidissima e gustosa, che però è stata portata in quantità, per il mio metro, appena suffiiciente.
PREZZI: I primi variano dai 7 ai 9 Euro, le crescentine con affettati si trovano a 12 Euro, alle carni purtroppo non ho guardato.
NOTE NEGATIVE: Il coperto a 3 Euro, comprensivo di servizio, è risultato a mio avviso eccessivo per un posto in cui la mise en place è scarsina: la tovaglia è inesistente (è fatta a croce, e copre solo l'area del piatto), mentre le mani si trovano a poggiare sul legno del tavolo. Considerando che serve in tavola direttamente il patron e non un cameriere professionista, questo è il caso in cui il coperto ha tutta l'aria di un'odiosa tassa da pagare per arrotondare ulteriormente il conto. Un po' lenta è stata la consegna di un primo all'ultimo dei miei commensali. Si può fare ancora di meglio, per giustificare quel "servizio" in tavola che non mi ha convinto più di tanto.
CONCLUSIONI: Buon locale, situato nel verde, non difficile da raggiungere per chi viene da Bologna, che presenta delle buone potenzialità per diventare un punto di riferimento sul territorio. Alcune cose si possono (e a mio avviso si devono) migliorare, mentre altre raggiungono già livelli piuttosto alti, che sono espressione di una cucina tradizionale e di qualità.
Farò un'altra visita appena capito in zona per testare altre parti del menu. Voi nel frattempo, potete provarlo tranquillamente.

giovedì 11 giugno 2009

Recensione film: Una notte da leoni (The Hangover, 2009)

Ho avuto modo di vedere questa penosa pellicola stasera in anteprima. Già sapevo cosa avrei avuto davanti, ma su due fronti ero piuttosto dubbioso: il primo era la reazione del pubblico; il secondo era il voto degli utenti di IMDB.com (8,5 come voto, posizione 126 tra i migliori 250 film di sempre, davanti cioè a capolavori come Il Petroliere, Ben Hur, e Il cacciatore).
Purtroppo sono rimasto stupito su ogni fronte. La storia è già vista e rivista: un gruppetto di amici si reca a Las Vegas per festeggiare l'addio al celibato di uno di loro, ma durante la notte di follia succedono cose impreviste. Il giorno dopo, al risveglio, il futuro sposo manca all'appello e i tre "amici miei" dovranno ritrovarlo per portarlo in tempo alle nozze. Il tutto ovviamente, condito di gag e situazioni che per gli sceneggiatori dovrebbero essere nuove ed esilaranti.
Invece purtroppo è tutto già visto, a cominciare dal famoso scherzo della tigre a Leo Gullotta, per poi recarsi ai famosi cinepattoni che racchiudono un mix di pecoreccio e stupidità, fino a toccare anche Tutti pazzi per Mary. Un personaggio coprotagonista strappato a Il grande Lebowski conclude lo scopiazzamento generale, con battute vecchie e scene prevedibili. E invece... invece il pubblico bue comincia a ridere fin dai primi secondi, fin dal momento in cui compare il logo Warner Bros. L'ilarità cresce ad ogni battuta stupida, tant'è che comincio a sospettare che vi siano risate registrate in sala, come succede per Striscia la Notizia. Ma forse no. Il film va avanti e le idiozie aumentano, e la gente ride. E io serissimo. Ho contato solo un paio di battute divertenti (2 di numero) in tutto il film, ma il resto non dovrebbe fare ridere, al massimo fare piangere. C'è inoltre qualche scena violenta che è costata al film una R negli Stati Uniti. Di film di azione od horror ne ho visti e apprezzati tanti, ma questo nella scena delll'incisivo mancato o in quella della pistola elettrica è ai livelli di Hostel come impatto visivo. Fa schifo, fa vomitare. Ma il pubblico ride.
Sul finale, i borazzi presenti in sala hanno pure fatto un accenno di applauso.
Schifato, me ne sono uscito silenzioso, sentendo i commenti "bellissimo", "divertente", "un po' troppo lungo". A me, più che Una notte da leoni, è sembrato Una cagata da elefanti.