E' sempre un piacere guardare su IMDB i voti degli utenti ai film girati da Mark L. Lester: 2.7, 4.9, 3.5, 5.6, 6.1, e cosi via. Gli amanti dell'action movie sanno che in questo caso il voto va letto al contrario: più è vicino a 1, più eccelle. Ed è una sacrosanta verità.
Questa volta il buon Mark, dopo avere diretto magistralmente il capolavoro Commando e avere appena visto Hard to kill ha deciso di mettere insieme un film d'azione sbalordendo qualsiasi mente (razionale, s'intende). Ha accostato Dolph Lundgren a Brandon Lee, ha rubato il guardaroba e l'arsenale di Steven Seagal, e ha confezionato un capolavoro del cinema d'azione unico, ricco di humour e di borazzia.
Dolph Lundgren è figlio di un membro della polizia militare (?) che viene barbaramente ucciso da Yoshida, uno yakuza spietato e cattivissimo. Grazie all'aiuto del fido Brandon Lee lo cercherà, lo troverà, e lo ucciderà senza alcuna pietà. Dolph è bravissimo: porta un pantalone con la vita che gli arriva alle ascelle e una giacca di pelle tamarra, con un sole cucito dietro; anfibi d'ordinanza, pistola, e quando non serve arti marziali a gogo. Peccato che, salvo in rari casi, non si muove neanche. Basta che sfiori il suo nemico per scaraventarlo senza problemi contro la parete di fronte. E' in realtà con le armi che riesce a dare il massimo. La sua specialità è la mitraglietta, insieme al fucile a pompa, il pugnale giapponese, e la katana. Con questa, darà luogo a una delle più fantasiose uccisioni mai viste, che merita da sola tutto il film.
Fantastico poi il suo sesto senso: sa che un cattivo è dietro una porta, la sfonda con un braccio, afferra il marrano e lo trascina a sé facendogli sfondare col corpo tutta la porta. Un capolavoro unico, un grande vademecum per chi al giorno d'oggi vuole fare cinema serio e costruttivo. Memorabile anche la battuta pronunciata dal compianto Brandon Lee: "Hai il diritto di non fare dichiarazioni, hai il diritto di avere un avvocato...e hai il diritto di morire incendiato!"
Unico in questa scena il costume d'ordinanza di Dolph Lundgren, che sembra preso direttamente dai personaggi visti in Mai dire Banzai: una fascia sulla fronte col sol levante, una sorta di gilet da karate kid dalle spalle larghe e un pantalone largo da karate, che gli da un aspetto ancora più goffo e imbecille. La foto allegata parla chiaro.
La colonna sonora e le scene sono le stesse di Hard to kill, e talvolta ci si aspetta di vedere il codino ingellato di Seagal fare irruzione nella scena. Purtroppo, questo non è accaduto.
Dolph Lundgren è figlio di un membro della polizia militare (?) che viene barbaramente ucciso da Yoshida, uno yakuza spietato e cattivissimo. Grazie all'aiuto del fido Brandon Lee lo cercherà, lo troverà, e lo ucciderà senza alcuna pietà. Dolph è bravissimo: porta un pantalone con la vita che gli arriva alle ascelle e una giacca di pelle tamarra, con un sole cucito dietro; anfibi d'ordinanza, pistola, e quando non serve arti marziali a gogo. Peccato che, salvo in rari casi, non si muove neanche. Basta che sfiori il suo nemico per scaraventarlo senza problemi contro la parete di fronte. E' in realtà con le armi che riesce a dare il massimo. La sua specialità è la mitraglietta, insieme al fucile a pompa, il pugnale giapponese, e la katana. Con questa, darà luogo a una delle più fantasiose uccisioni mai viste, che merita da sola tutto il film.
Fantastico poi il suo sesto senso: sa che un cattivo è dietro una porta, la sfonda con un braccio, afferra il marrano e lo trascina a sé facendogli sfondare col corpo tutta la porta. Un capolavoro unico, un grande vademecum per chi al giorno d'oggi vuole fare cinema serio e costruttivo. Memorabile anche la battuta pronunciata dal compianto Brandon Lee: "Hai il diritto di non fare dichiarazioni, hai il diritto di avere un avvocato...e hai il diritto di morire incendiato!"
Unico in questa scena il costume d'ordinanza di Dolph Lundgren, che sembra preso direttamente dai personaggi visti in Mai dire Banzai: una fascia sulla fronte col sol levante, una sorta di gilet da karate kid dalle spalle larghe e un pantalone largo da karate, che gli da un aspetto ancora più goffo e imbecille. La foto allegata parla chiaro.
La colonna sonora e le scene sono le stesse di Hard to kill, e talvolta ci si aspetta di vedere il codino ingellato di Seagal fare irruzione nella scena. Purtroppo, questo non è accaduto.