Quando mi è stato proposto di andare a vedere al cinema un film dei fratelli Cohen, prima di accettare ho posto una condizione: per soddisfare i miei gusti cinematografici e la mia nota sete di cattiveria si sarebbe visto anche John Rambo, il nuovo capolavoro di Sylvester Stallone.
Difatti, sospettavo fortemente che mi sarei trovato di fronte al solito film pluricandidato (e pluripremiato) agli Oscar, che come da copione delude le aspettative di tutti. E così è stato.
Ovviamente i soliti tarantiniani gridavano al miracolo. A loro basta vedere un po' di sangue, tensione, pallottole, e un paio di colpi di scena non ancora visti (solo da loro) sul grande schermo. E a quanto pare, anche agli americani basta tutto ciò, al punto da eleggere questo film come 38° miglior film della storia del cinema, davanti a capolavori assoluti come The Shining e Le vite degli altri.
Al solito, basta che un film abbia più di un regista perchè si parli di film d'autore. Se poi il film viene girato da 2 fratelli che fanno Cohen di cognome, nella testa delle persone è sicuramente d'autore.
Dopo tutte queste premesse, mi sono riproposto di non informarmi su trama e commenti su questo lungometraggio, al fine di non lasciarmi influenzare. E sono arrivato al cinema completamente ignaro di ciò che stavo per andare a vedere.
E ho fatto bene, perchè anzichè mezza stella, si sarebbe beccato 1/10 di stella come voto. Su 5 stelle, ovviamente.
La storia parla di un povero contadino americano nullafacente che trova per caso una borsa con 2 milioni di dollari. Un pazzo scatenato interpretato da Javier Bardem, premiato con l'Oscar (era ora) gli darà la caccia al fine di recuperare i soldi, e ammazzando la gente sul suo percorso con una bombola di aria compressa.
Bardem è bravissimo. Non a caso, si è beccato l'unico Oscar sensato assegnato a questo film. Alto, con la faccia da stupido, un antiestetico caschetto, e silenziatore cromato, è il killer sanguinario e improbabile che pochi si sarebbero immaginati.
Tommy Lee Jones ha l'ingrato compito di tessere una storia parallela a quella di Bardem, dispensando luoghi comuni e lanciando una profonda riflessione sulla crisi dei valori in America. Tutto ciò, lungo una scia di sangue e violenza che tiene lo spettatore con il fiato sospeso per un bel po' di tempo. Troppo, anche per i miei gusti beceri.
Difatti, sospettavo fortemente che mi sarei trovato di fronte al solito film pluricandidato (e pluripremiato) agli Oscar, che come da copione delude le aspettative di tutti. E così è stato.
Ovviamente i soliti tarantiniani gridavano al miracolo. A loro basta vedere un po' di sangue, tensione, pallottole, e un paio di colpi di scena non ancora visti (solo da loro) sul grande schermo. E a quanto pare, anche agli americani basta tutto ciò, al punto da eleggere questo film come 38° miglior film della storia del cinema, davanti a capolavori assoluti come The Shining e Le vite degli altri.
Al solito, basta che un film abbia più di un regista perchè si parli di film d'autore. Se poi il film viene girato da 2 fratelli che fanno Cohen di cognome, nella testa delle persone è sicuramente d'autore.
Dopo tutte queste premesse, mi sono riproposto di non informarmi su trama e commenti su questo lungometraggio, al fine di non lasciarmi influenzare. E sono arrivato al cinema completamente ignaro di ciò che stavo per andare a vedere.
E ho fatto bene, perchè anzichè mezza stella, si sarebbe beccato 1/10 di stella come voto. Su 5 stelle, ovviamente.
La storia parla di un povero contadino americano nullafacente che trova per caso una borsa con 2 milioni di dollari. Un pazzo scatenato interpretato da Javier Bardem, premiato con l'Oscar (era ora) gli darà la caccia al fine di recuperare i soldi, e ammazzando la gente sul suo percorso con una bombola di aria compressa.
Bardem è bravissimo. Non a caso, si è beccato l'unico Oscar sensato assegnato a questo film. Alto, con la faccia da stupido, un antiestetico caschetto, e silenziatore cromato, è il killer sanguinario e improbabile che pochi si sarebbero immaginati.
Tommy Lee Jones ha l'ingrato compito di tessere una storia parallela a quella di Bardem, dispensando luoghi comuni e lanciando una profonda riflessione sulla crisi dei valori in America. Tutto ciò, lungo una scia di sangue e violenza che tiene lo spettatore con il fiato sospeso per un bel po' di tempo. Troppo, anche per i miei gusti beceri.