domenica 14 dicembre 2008

Recensione: Into the wild (2008)


Prima che si scateni un altro putiferio come per August Rush, dico subito che per questo film vado controcorrente con coscienza e cognizione di causa.
Tutto quello che scriverò è pensato, ideato, ragionato dal sottoscritto, e probabilmente tutti coloro che leggeranno questo post si troveranno in totale disaccordo con me. Amen.
Ho visto ieri pomeriggio questo film, durato circa 2 ore e 20 minuti, in camera mia. Non avevo preoccupazioni, ero rilassato, e fortemente ottimista su quanto stavo per vedere, dopo le lusinghiere recensioni che tanti critici importanti gli hanno riservato. Purtroppo, però, il mio ottimismo è presto scemato. Ma andiamo con ordine.
Il film narra la storia (vera) di un giovane americano benestante che abbandona la sua famiglia, la sua carriera universitaria e la sua vita "normale" per scoprire sè stesso attraverso un viaggio che lo porta a girare per gli Stati Uniti e a vedere posti splendidi e indimenticabili. Niente soldi, niente auto, niente di niente, a parte i vestiti. Di per sè, una cosa del genere l'ho sempre sognata di fare anche io, e questo forse ha contribuito all'ottimismo iniziale.
Un padre violento, un'infanzia tristemente infelice, una vita fatta piena di cose ma senza essenza: queste sono le cause che spingono il giovane Alexander Supertramp a partire. E questi sono spunti su cui è possibile fare un buon film, apprezzato infatti dai più.
In realtà non ho affatto gradito il montaggio che Sean Penn ha commissionato, fatto di continui flashback, a mio avviso inutili e irritanti. Anzichè seguire un andamento lineare nel tempo, il film inizia con scene che si ricollegano al finale, per poi tornare all'inizio, poi andare ancora di più verso la fine, per poi andare ancora prima dell'inizio, e così via. Il tutto per 2 ore abbondanti. La cosa è apparsa almeno al sottoscritto estremamente noiosa e, lo ripeto, anche irritante.
Secondo punto da evidenziare: il film a mio avviso parte troppo lento, per poi migliorare sensibilmente dopo la metà, e concludersi con un finale mediocre. La prima ora è assolutamente devastante, fatta di scenari sì stupendi, ma che non bastano a rendere bello un film per un pubblico esigente. Al massimo lo rendono bello a chi considerà Che ne sarà di noi un capolavoro perchè ha rivisto i paesaggi di Santorini dopo esserci stato in vacanza.
La seconda metà del film invece prende una piega molto diversa. Entrano in gioco emozioni più forti, il ritmo migliora, e il film riesce a vedersi più che bene.
I dialoghi sono purtroppo ripetitivi, la noia sale parecchio e spesso si sente la mancanza di un filo logico (grazie anche ai flashback che certo non aiutano a sentirsi a proprio agio).
Insomma, a mio modestissimo parere, un film su cui si poteva fare molto di più, inquadrando qualche paesaggio in meno, e puntando più su un montaggio migliore e una sceneggiatura più limata, accorciando inoltre la durata (2 ore e 20 sono troppe per un film a mezza via tra il poetico, il naturalistico, e il veggente).
Voto finale: 5/6.


sabato 13 dicembre 2008

Recensione: Nuovomondo (2006)

Raramente mi capita di dare un 9 a un film su IMDB. Ma questo è una di quelle volte in cui lo do volentieri, a cuor leggero. Nuovomondo è un piccolo capolavoro del cinema italiano, come non se ne vedevano da anni. E' un film che ho da subito definito "caravaggesco", narrato splendidamente, con una fotografia da paura, attori bravissimi, un regista ottimo e una storia semplice ma ricca di emozioni.
I personaggi siciliani protagonisti della storia possono rispecchiare a mio avviso l'intera nazione, con le loro credenze, i sogni, l'ingenuità, la simpatia, l'arroganza, e la genuinità di un popolo che ha le sue fondamenta nella pastorizia. Il tutto ritratto con quella perfezione e quella lucidità che da tempo cercavo in un film.
Azzardata ma azzeccata in pieno a mio avviso tutta la parte onirica che a intervalli regolari interviene sapientemente, richiamando nel sottoscritto scene di felliniana memoria.
Una scena sola non mi è piaciutà granchè, e precisamente quella dell'interno della nave durante la tempesta. Purtroppo, a mio modesto parere, è venuta decisamente male e rende male l'idea. Forse, con qualche soldo in più, si sarebbe potuto fare di meglio.
Sono stato molto stupito di vedere che la media dei voti di IMDB è solo 6.9/10. Meritava a mio avviso molto di più. Il motivo, però, forse sta nel fatto che difficilmente uno spettatore non italiano può comprendere pienamente la natura dei personaggi. Proprio questo particolare è evidente nel film stesso, quando la bravissima Aurora Quattrocchi viene sottoposta ai test dalle autorità statunitensi (di più, purtroppo, non posso rivelare).
Considero pertanto questo film come un lungometraggio purtroppo pienamente apprezzabile solo da chi ha vissuto in Italia e ha avuto a che fare con un certo popolo italiano, quello con la p minuscola. Lo dico e lo ripeto: un vero capolavoro.